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Un tempo per finanziare la propria idea imprenditoriale ci si recava in banca o si doveva chiedere aiuto ad investitori privati. Da qualche anno c’è un’ulteriore soluzione: il crowdfunding.

Puoi recuperare i fondi per un progetto possono essere accumulati attraverso una raccolta di denaro collettiva che avviene online mediante piattaforme abilitate.

 

Cosa significa crowdfunding e come funziona

 

Il termine crowdfunding indica il processo con cui più persone (“folla” o “crowd”) conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet (“piattaforme” o “portali”) e ricevendo in cambio una ricompensa, che può essere in denaro, titoli o natura.

È un processo collaborativo tra investitori non professionali (c.d. crowdfunders) che sostengono le idee di persone e organizzazioni dotate di un elevato potenziale creativo, ma prive dei fondi necessari alla realizzazione delle loro idee.

È nato come forma di microfinanziamento dal basso e oggi è tra le forme più diffuse di finanziamento di progetti imprenditoriali e creativi.

L’operazione si svolge interamente online: l’ideatore pubblica sulla piattaforma il suo progetto, segnalando la somma che ritiene necessaria per la realizzazione e l’eventuale remunerazione, non necessariamente in denaro, che intende riconoscere ai sottoscrittori.

 

Quanto costa una campagna di crowdfunding

 

Partiamo da una premessa fondamentale: si paga solo se si raggiunge l’obiettivo. Infatti le piattaforme di crowdfunding prendono una commissione, in genere tra il 4 ed il 10% sul totale raccolto ma solo se il proponente ha raggiunto il traguardo prefissato. Se questo non dovesse accadere chi ha finanziato l’idea verrà rimborsato del totale importo conferito e il proponente non pagherà nulla alla piattaforma.

Ci sono poi dei costi che vanno comunque sostenuti per l’analisi sulla fattibilità e/o affidabilità dei progetti e i costi realizzativi per la pianificazione, la redazione di un business plan e la documentazione per spiegare il progetto.

 

Tipologie di crowdfunding

 

1) Equity Based: (modello regolamentato dalla CONSOB) dove gli investitori, in cambio del proprio apporto di risorse finanziarie, ricevono una quota nel capitale dell’impresa.

La pratica del finanziamento azionario è ormai consolidata con il private equityventure capital e business angel, che svolgono da tempo un ruolo importante nello sviluppo delle imprese. La principale differenza tra l’equity crowdfunding e questi modelli tradizionali è l’apertura ad un elevatissimo numero di investitori potenziali, alcuni dei quali potrebbero essere anche attuali o futuri clienti. Le principali caratteristiche ed esigenze connesse a questa tipologia di crowdfunding possono essere sintetizzate come segue:

  • Definire la quota capitale che si intende vendere, il relativo prezzo e le modalità di ricompensa per gli investitori
  • I costi per lanciare la campagna sulla piattaforma di crowdfunding sono di solito rappresentati da una commissione di successo (success fee) e dai costi legali o amministrativi legati all’iniziativa, oltre ad eventuali altri oneri per consulenza.
  • L’operazione consente di avere un gran numero di comproprietari invece di pochi grandi investitori con minori oneri dal punto di vista finanziario e organizzativo rispetto alla quotazione in borsa.
  • Pur trattandosi di una modalità semplificata di raccolta di capitali, è in ogni caso necessario dimostrare che l’impresa è matura per l’investimento programmato, attraverso la presentazione di un business plancon le dovute proiezioni finanziarie.
  • I diritti degli investitori possono variare anche se generalmente i soci hanno il diritto di voto sugli aspetti principali della gestione aziendale, sull’emissione di nuove azioni o quote, ecc.

 

2) Donation Based: i sostenitori, in questa circostanza effettuano donazioni in maniera liberale, per portare avanti una causa considerata meritevole, senza ricevere una ricompensa o un bene di equivalente valore monetario.

 

3) Lending Based: gli investitori sono ripagati con un margine di redditività rappresentato dagli interessi concordati in fase di apporto di risorse. Si tratta di un’alternativa al credito bancario con la differenza che, invece di prendere in prestito da un’unica fonte, le imprese possono ottenere risorse da decine, a volte centinaia di persone disposte a prestare denaro. Rispetto al canale bancario tradizionale, il crowdlending presenta le seguenti peculiarità:

  • incremento delle possibilità di accesso al credito tout court.
  • Maggiore flessibilità dei tassi d’interesse nel caso in cui la campagna goda di buona popolarità.
  • Poiché la soglia minima del prestito è generalmente bassa, l’operazione può avere appeal e spingere a partecipare un’ampia platea di soggetti.
  • Il prestito è rimborsato attraverso versamenti diretti alla piattaforma, che successivamente ridistribuisce i rimborsi ai prestatori, non agendo da intermediario finanziario.

 

4)  Reward Based: è una modalità di sostegno con una ricompensa specifica, solitamente non finanziaria ma con beni o servizi. Questa tipologia consente alle imprese di partire avendo già degli ordinativi e quindi un incasso assicurato, oltre a creare già in partenza un potenziale mercato di riferimento. In questa forma i finanziamenti ricevuti non devono essere restituiti, ancorché sussista l’obbligo, in capo all’impresa, di fornire il servizio e/o le merci promessi: simili caratteristiche rendono tale strumento un’opzione molto gradita tra le startup e gli imprenditori, particolarmente adatta per veicolare prodotti e servizi innovativi o per stimolare la curiosità dei consumatori.

 

5) Pre purchase model: si tratta di un’evoluzione del modello reward based e in un certo senso rappresenta un momento di transizione verso schemi partecipativi, particolarmente utilizzato da società di nuova costituzione. Tale tipologia di crowdfunding prevede che, al finanziatore, oltre a condizioni di vantaggio connesse alla fruizione dei servizi erogati dalla società o all’acquisto dei suoi prodotti, potrà essere attribuito un eventuale diritto di opzione all’acquisto di quote o azioni in un momento successivo.

 

Regolamentazione in Italia

 

Nella maggior parte dei Paesi in cui operano portali di crowdfunding il fenomeno non è soggetto a normative specifiche ma rientra in quelle ordinarie.

L’Italia è invece il primo Paese al mondo ad essersi dotato di una normativa specifica relativa al solo equity crowdfunding. Stiamo parlando dell’anno 2012, con il Governo Monti e l’allora Ministro Corrado Passera.

Da quegli anni il nostro Paese sta portando avanti una politica di espansione, agevolando tantissimo la nascita di imprese innovative, le cosiddette start-up innovative a cui sono state dedicate alcune norme introdotte dal Decreto Legge n. 179/2012 (convertito nella legge 17 dicembre 2012, n. 221) noto anche come “Decreto crescita bis”. Tale decreto è stato poi integrato nel corso degli anni da ulteriori decreti e circolari, tutte rivolte ad una incentivazione delle start up innovative e delle sue forme di finanziamento, tra le quali il crowdfunding.

Nel complessivo disegno del legislatore, l’equity crowdfunding è visto come uno strumento che può favorire lo sviluppo delle start-up innovative attraverso regole e modalità di finanziamento in grado di sfruttare le potenzialità di internet (parlerò delle start-up innovative e delle loro agevolazioni in un articolo dedicato).

 

Piattaforme web di crowdfunding

 

Le piattaforme web che permettono ai “fundraiser” di incontrare un pubblico di potenziali finanziatori sono tantissime, per citarne alcune tra le più famose a livello internazionale Kickstarter e Indiegogo, la più famosa a livello italiano è crowdfundme.

Le altre piattaforme italiane le trovate elencate in questo articolo: Piattaforme crowdfunding italiane.